La potenza di un avvitatore è un parametro essenziale quando devi scegliere questo utensile da utilizzare in diverse occasioni, sia per i lavori in casa che in officina o in falegnameria. Sappiamo che grazie a un buon avvitatore puoi evitare sforzi inutili, velocizzare le operazioni e serrare viti o perni con una forza che non riusciresti a imprimere su qualsiasi superficie più o meno dura.
L'avvitatore deve avere la giusta potenza e versatilità d'uso, in modo da essere utilizzato sia per lavori di precisione che per attività più difficili da gestire con le semplici chiavi di manovra manuali o i giravite. Ben inteso, questi utensili sono sempre necessari. Però nei lavori ripetitivi e più logoranti l'avvitatore fa la differenza. Quale potenza preferire? Ecco la guida per l'acquisto intelligente.
Cosa osservare prima dell'acquisto?
Ci sono un paio di domande da affrontare per capire qual è la potenza ideale del tuo prossimo avvitatore. La prima: quali sono i parametri fondamentali da osservare? Ecco una serie di dati tecnici reali che determinano le prestazioni di un avvitatore adatto anche a usi intensi e gravosi, come ad esempio quello di un'officina meccanica o una linea di produzione.
Il primo punto è il voltaggio della batteria (12V, 18V e così via). Indica il potenziale energetico, ma da solo non ti dice quanto è potente l'avvitatore. Per avere un'idea precisa devi considerare anche la forza torsionale, quanto forte l'avvitatore può girare.
Serve sapere anche il numero di giri al minuto. Calcola che la coppia si divide in morbida e dura: la prima è quella usata per avvitare senza danneggiare (regolabile con la ghiera), la seconda è la forza disponibile per i lavori più intensi. Qualche esempio pratico:
- 10-20 Nm: assemblaggio mobili.
- 30-50 Nm: uso domestico generale.
- 60-100 Nm: lavori edili, bulloni grossi.
Questi sono i parametri: voltaggio, coppia, velocità per avvitare, svitare e forare. Poi abbiamo gli Ampere/ora per l'autonomia. Una batteria 2,0 Ah dura la metà di una 4,0 Ah a parità di lavoro. Solo per gli avvitatori a percussione consideriamo anche i colpi assiali come parametro: la frequenza di percussione con numero di colpi/minuto è molto importante per questi utensili in edilizia.
Cosa fare, quali modelli di avvitatore usare
Il modo migliore per scegliere la potenza dell'avvitatore: valutare l'attività da svolgere. Solo in questo modo puoi valutare qual è la condizione ideale. In sintesi: più impegnativo è il lavoro, maggiore sarà non solo la potenza necessaria ma anche la stabilità richiesta. Perché non serve avere tanta potenza in un momento singolo, bisogna anche valutare la capacità di operare per diverse ore.
Quindi, ad esempio, un modello ultra-compatto va bene per assemblare mobili IKEA, avvitare piccole viti su legno morbido, effettuare lavori leggeri. Sono modelli tascabili, ottimi per operare in ambienti stretti, ma hanno coppia limitata intorno ai 5/10 Nm.
Per attività più impegnative - montare mensole, avvitare nel cartongesso, forare muri non troppo duri - si preferiscono modelli che arrivano anche a 40/50 Nm. Sono utensili maneggevoli e non troppo pesanti a differenza delle opzioni semi-professionali e professionali dove si superano i 50/70 Nm di coppia. Questi modelli sono perfetti se devi lavorare su materiali duri come il legno massello da costruzione nel quale devi fissare lunghe viti. O magari devi utilizzare l'avvitatore per molte ore o intere giornate.
La potenza: meglio con o senza batteria?
Questo è un mito che non muore mai: l'avvitatore a filo è più potente di uno a batteria. In termini teorici è così ma ci sono delle riflessioni a monte da seguire. Infatti, la base di partenza ci suggerisce che effettivamente i modelli alimentati in modo diretto sono più potenti se non altro perché non hanno mai cali di energia e riescono a sostenere la coppia in modo costante, ma le batterie di ultima generazione (litio 18V/4-5 Ah) non hanno più questi problemi. E sono validi per il 90% dei lavori da fare in casa o in officina.
Poi, se la batteria è scarica la sostituisci e tutto torna come prima. Quindi, in teoria il modello a filo è ideale per lavori intensivi ma nella pratica contemporanea questa è una tecnologia superata per gli avvitatori. Compra un avvitatore a batteria, a meno che tu non abbia esigenze molto specifiche in termini di potenza e intensità. Ma in questo caso si lavora su fronti differenti.
Da leggere: come scegliere gli inserti per gli avvitatori
Avvitatori pneumatici o a impulsi: servono?
Sai cos'è un avvitatore a impulsi? Questi utensili possono essere pneumatici a batteria. Usano un meccanismo a martello che genera colpi rotazionali rapidi. Quelli a batteria sono molto diffusi perché rappresentano la soluzione ideale per chi ha bisogno di un utensile adatto al settore dell'edilizia e usa spesso viti lunghe su legno duro o metallo. Hanno una coppia elevata, questo è un dato certo.
Inoltre non devono essere serviti da compressore, niente cavi a complicare il piano di lavoro. Gli avvitatori pneumatici sono il non plus ultra in termini di potenza, servono a smontare/montare ruote e bulloni di un motore. Ma la realtà è semplice: a meno che tu non sia un meccanico professionista che deve lavorare ogni giorno con componentistica auto e moto, questo utensile è una spesa inutile.
La potenza di un avvitatore è un parametro essenziale quando devi scegliere questo utensile da utilizzare in diverse occasioni, sia per i lavori in casa che in officina o in falegnameria. Sappiamo che grazie a un buon avvitatore puoi evitare sforzi inutili, velocizzare le operazioni e serrare viti o perni con una forza che non riusciresti a imprimere su qualsiasi superficie più o meno dura.
L'avvitatore deve avere la giusta potenza e versatilità d'uso, in modo da essere utilizzato sia per lavori di precisione che per attività più difficili da gestire con le semplici chiavi di manovra manuali o i giravite. Ben inteso, questi utensili sono sempre necessari. Però nei lavori ripetitivi e più logoranti l'avvitatore fa la differenza. Quale potenza preferire? Ecco la guida per l'acquisto intelligente.
Cosa osservare prima dell'acquisto?
Ci sono un paio di domande da affrontare per capire qual è la potenza ideale del tuo prossimo avvitatore. La prima: quali sono i parametri fondamentali da osservare? Ecco una serie di dati tecnici reali che determinano le prestazioni di un avvitatore adatto anche a usi intensi e gravosi, come ad esempio quello di un'officina meccanica o una linea di produzione.
Il primo punto è il voltaggio della batteria (12V, 18V e così via). Indica il potenziale energetico, ma da solo non ti dice quanto è potente l'avvitatore. Per avere un'idea precisa devi considerare anche la forza torsionale, quanto forte l'avvitatore può girare.
Serve sapere anche il numero di giri al minuto. Calcola che la coppia si divide in morbida e dura: la prima è quella usata per avvitare senza danneggiare (regolabile con la ghiera), la seconda è la forza disponibile per i lavori più intensi. Qualche esempio pratico:
- 10-20 Nm: assemblaggio mobili.
- 30-50 Nm: uso domestico generale.
- 60-100 Nm: lavori edili, bulloni grossi.
Questi sono i parametri: voltaggio, coppia, velocità per avvitare, svitare e forare. Poi abbiamo gli Ampere/ora per l'autonomia. Una batteria 2,0 Ah dura la metà di una 4,0 Ah a parità di lavoro. Solo per gli avvitatori a percussione consideriamo anche i colpi assiali come parametro: la frequenza di percussione con numero di colpi/minuto è molto importante per questi utensili in edilizia.
Cosa fare, quali modelli di avvitatore usare
Il modo migliore per scegliere la potenza dell'avvitatore: valutare l'attività da svolgere. Solo in questo modo puoi valutare qual è la condizione ideale. In sintesi: più impegnativo è il lavoro, maggiore sarà non solo la potenza necessaria ma anche la stabilità richiesta. Perché non serve avere tanta potenza in un momento singolo, bisogna anche valutare la capacità di operare per diverse ore.
Quindi, ad esempio, un modello ultra-compatto va bene per assemblare mobili IKEA, avvitare piccole viti su legno morbido, effettuare lavori leggeri. Sono modelli tascabili, ottimi per operare in ambienti stretti, ma hanno coppia limitata intorno ai 5/10 Nm.
Per attività più impegnative - montare mensole, avvitare nel cartongesso, forare muri non troppo duri - si preferiscono modelli che arrivano anche a 40/50 Nm. Sono utensili maneggevoli e non troppo pesanti a differenza delle opzioni semi-professionali e professionali dove si superano i 50/70 Nm di coppia. Questi modelli sono perfetti se devi lavorare su materiali duri come il legno massello da costruzione nel quale devi fissare lunghe viti. O magari devi utilizzare l'avvitatore per molte ore o intere giornate.
La potenza: meglio con o senza batteria?
Questo è un mito che non muore mai: l'avvitatore a filo è più potente di uno a batteria. In termini teorici è così ma ci sono delle riflessioni a monte da seguire. Infatti, la base di partenza ci suggerisce che effettivamente i modelli alimentati in modo diretto sono più potenti se non altro perché non hanno mai cali di energia e riescono a sostenere la coppia in modo costante, ma le batterie di ultima generazione (litio 18V/4-5 Ah) non hanno più questi problemi. E sono validi per il 90% dei lavori da fare in casa o in officina.
Poi, se la batteria è scarica la sostituisci e tutto torna come prima. Quindi, in teoria il modello a filo è ideale per lavori intensivi ma nella pratica contemporanea questa è una tecnologia superata per gli avvitatori. Compra un avvitatore a batteria, a meno che tu non abbia esigenze molto specifiche in termini di potenza e intensità. Ma in questo caso si lavora su fronti differenti.
Da leggere: come scegliere gli inserti per gli avvitatori
Avvitatori pneumatici o a impulsi: servono?
Sai cos'è un avvitatore a impulsi? Questi utensili possono essere pneumatici a batteria. Usano un meccanismo a martello che genera colpi rotazionali rapidi. Quelli a batteria sono molto diffusi perché rappresentano la soluzione ideale per chi ha bisogno di un utensile adatto al settore dell'edilizia e usa spesso viti lunghe su legno duro o metallo. Hanno una coppia elevata, questo è un dato certo.
Inoltre non devono essere serviti da compressore, niente cavi a complicare il piano di lavoro. Gli avvitatori pneumatici sono il non plus ultra in termini di potenza, servono a smontare/montare ruote e bulloni di un motore. Ma la realtà è semplice: a meno che tu non sia un meccanico professionista che deve lavorare ogni giorno con componentistica auto e moto, questo utensile è una spesa inutile.
 
 
                  
                   
 
                  
                  
 
                  




 
               
               
               
              